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03
ago-2018

Umbria, un regista al timone della prima cooperativa di comunità (di Lorenzo Maria Alvaro, VITA magazine)

Si chiama Massimo Manini, si è trasferito da Bologna e ha fondato Surgente che vuole costruire intorno alla Foresta Fossile di Dunarobba una rete territoriale. «Quando ho conosciuto questo luogo ho scoperto che mancava una vera e propria identità. E da lì è nato tutto»

Cosa tiene insieme un regista teatrale, cinematografico e documentarista bolognese di 54 anni, una foresta fossile unica nel suo genere e un paesino di 2mila anime? La risposta è la prima cooperativa di comunità umbra, Surgente.


Lui è Massimo Manini, la foresta è quella di Dunarobba composta da circa cinquanta tronchi di gigantesche conifere di due milioni di anni fa che non sono pietrificate ma ancora legnose, rendendo il sito unico al mondo e giustificando la nascita del Centro di Paleontologia Vegetale. Il paese è Avigliano Umbro in provincia di Terni. Da qualche settimana Manini ha fondato Surgente, una cooperativa di comunità, che ha già cominciato a gestite il sito archeologico e mira a costruire un grande museo all’aperto e diffuso. L’intervista


Foresta fossile Dunarobba – Il regista Massimo Manini

Massimo Manini

Cosa porta un regista da Bologna a Avigliano Umbro?
Il lavoro. Io lavoro nell’ambito del teatro della memoria. Quello che viene spesso chiamato teatro civile. Per tanti motivi oggi a Bologna è difficile riuscire a progettare. Si va di anno in anno. Qui in Umbria ho avuto la possibilità di immaginare percorsi a lungo termine.

Qual è il progetto che l’ha portata qui?
Fui chiamato 12 anni fa per fare un lavoro di propedeutica teatrale e di rilancio culturale del territorio. Un progetto che è cresciuto tanto da farmi trasferire nel 2011 e abbandonare l’Emilia Romagna per prendere la residenza qui. È difficile da credere ma in un paese di poco più di 2000 abitanti ho trovato più stimoli e possibilità rispetto a Bologna.

E di cosa si occupava?
Lavoravo sulle scuole, di tutti gli ordini e generi, dall’asilo alle superiori. Costruivo percorsi di cinema e teatro modulati sulla didattica degli istituti. Un lavoro che mi ha permesso di entrare nel tessuto sociale e di capire i bisogni delle comunità.

E quale fu la scoperta?
Che ad Avigliano mancava una vera e propria identità. Mi sono chiesto perché mancasse e ho scoperto che la Foresta Fossile che vanta questo comune era da sempre gestita da società che venivano da fuori. E la gente si era disinteressata a quel bene.

È così che nasce Surgente?
Si, la coincidenza è stata che proprio quest’anno scadeva il contratto per la gestione della foresta. Così ho deciso di fare una cooperativa di comunità per gestirla e riportarla al centro della vita del paese.

Perché proprio una cooperativa di comunità?
Quando ho iniziato a capire che volevo fare il progetto non avevo identificato la forma giuridica più indicata. Mi ha aiutato la Confocooperative Umbria che mi ha fatto consulenza e mi ha indicato questa possibilità. Che era perfetta per il nostro progetto. È nata così la prima realtà di questo tipo in Umbria. Siamo degli apri pista.

Cos’è strutturata oggi la coop?
Io sono il presidente di una realtà che coinvolge sette persone. Il 25 luglio c’è stata la presentazione a tutta la comunità e cominciano ad arrivare le proposte di adesione. Dalla prossima settimana cominceremo a raccogliere in maniera strutturare i nuovi soci.

E il progetto comunitario che avete in mente in cosa consiste?
Al centro di tutto, come attrattiva culturale numero uno, c’è la Foresta Fossile. La vogliamo rilanciare e per questo stiamo riallacciando le relazioni con Sovrintendenza, Provincia e Regione che erano state trascurate in questi anni. Nel frattempo stiamo anche incontrando tutti quei luoghi di interesse, sia pubblici che privati, che afferiscono alla zona. Il progetto infatti si propone di rilanciare tutto il territorio costruendo un museo all’aperto con un’estensione di 50 chilometri quadrati che riassuma le bellezze del territorio. Siamo in un posto ricchissimo anche se dimenticato. E arrivato il momento di riacquistare la memoria.


Quando pensate di andare a regime?
I risultati ottenuti in tre settimane sono già incredibili ed esaltanti. Si vede che il lavoro che abbiamo fatto sta dando i suoi frutti. Abbiamo un appuntamento però importantissimo a novembre quando ospiteremo per la prima volta un convegno medico regionale su bulimia e anoressia con professionisti da tutta Italia. Sarà il primo test di evento gestito dal territorio. Un cambio di paradigma: sarà un territorio interdisciplinare. Ecco che il discorso professionale, il fatto che sono regista, torna utile e ha senso.

Nel senso che oggi state gestendo il sito ma il progetto è molto più ampio e vi serve tempo?
Certo. In termini di costi e investimenti al momento stiamo ancora lavorando. Si tratta di un obiettivo, il nostro, molto ambizioso. Siamo partiti con un capitale minimo per la costituzione della cooperative di poche migliaia di euro. In questo momento il capitale più importante sono le nostre competenze. Tutto quello che saranno le esigenze economiche verranno sostenute da bandi pubblici e partnership. Il progetto piace molto agli imprenditori della zona.

E per quello che riguarda la Foresta invece tutto è già a regime?
La gestione della Foresta è già operativa e sostenibile. Stiamo scoprendo che ci sono turisti da tutto il mondo molto interessati. Abbiamo due guide autorizzate stipendiate che si ripagano grazie agli ingressi.

 

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